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Le donne nella Costituzione

Il 2 giugno festeggiamo la nascita della Repubblica italiana perche’ in questa data nel 1946 si tennero contemporaneamente le elezioni per l’Assemblea costituente e il referendum istituzionale sulla scelta tra monarchia e repubblica,che dette vita a un patrimonio straordinario, oggi troppo spesso banalizzato purtroppo anche da alcune cariche istituzionali: la Costituzione.
Le donne che avevano vissuto la clandestinità, la lotta partigiana, la cura della famiglia e dei figli, in anni durissimi come quelli della guerra e della repressione per la prima volta votarono.
C’era una grande consapevolezza da parte di tutte le donne sul significato di quel momento nella convinzione che quel nuovo diritto avrebbe segnato il loro futuro e quello delle loro figlie.

Il 2 giugno 1946, su 556 membri, 21 donne vennero elette a far parte dell’Assemblea che avrebbe avuto il compito di scrivere la nostra Costituzione: tredici di loro erano laureate, ma c’erano anche una casalinga e un’operaia. Insieme a Maria Teresa Mattei, c’erano Angelina Livia Merlin, Nilde Iotti, Teresa Noce Longo, Angela Maria Guidi Cingolati. Solo per citarne qualcuna.
Fu anche grazie a loro che si arrivò a una formulazione della Costituzione che guardasse con sensibilità ai diritti di donne e uomini.
Penso all’art.1, la Repubblica fondata sul lavoro,ai diritti inviolabili di ogni persona , all’art. 2, e ancora che «È compito della Repubblica – come recita l’art.3 -rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Fu Maria Teresa Mattei, la più giovane deputata italiana a partecipare all’Assemblea Costituente, 21 anni, incinta, non sposata ,a chiedere l’inserimento della precisazione “di fatto” che materializza ( il materialismo estremo della politica delle donne di cui parla Adriana Cavarero) il principio di uguaglianza oggi spesso ridotto a pari opportunita’.
E allora mi piace ricordare alcune parole di Teresa Mattei che mi sembrano di estrema attualità e a cui niente voglio aggiungere perché esprimono con la voce vera di chi ha messo al mondo la nostra Costituzione ,l’amore per la libertà, la politica intesa come bene comune, i valori dell’uguaglianza, della solidarietà, del diritto a lavoro, istruzione ,salute oggi considerati da molti con insofferenza.
“Le Costituzioni le fa il popolo che ha imparato dalla storia, che ha imparato dalla guerra, dall’ingiustizia come si devono fondare le leggi nuove….
Non si può far una Costituzione a colpi di maggioranza….
Quando noi eravamo alla Costituente abbiamo cercato con una grandissima attenzione di avere il consenso maggiore possibile in tutte le cose, ed eravamo uno schieramento ampio, dai vecchi liberali ai comunisti; ed eravamo tutti partiti del Comitato di liberazione nazionale ed era stata la concordia che ci aveva portato alla vittoria contro il fascismo e contro il nazismo. Cercavamo sempre di avere il consenso massimo, ci contavamo solo per avere la sicurezza di avere dalla nostra parte la maggior parte dei consensi.
L’art.1 della costituzione dice: “la sovranità appartiene al popolo” è la cosa più importante che noi dobbiamo difendere, la sovranità è nelle mani nostre, nelle mani del popolo e paritariamente in ogni cittadino; per questo la repubblica ci ha fatto diventare cittadini e non sudditi. Oggi si vorrebbe farci ridiventare sudditi e non più cittadini, noi ci opponiamo a questo!….
Ognuno di noi non può mai dimenticarsi, ogni giorno, di essere un cittadino portatore di sovranità e di custodia e di realizzarla. Non e solo ogni quattro anni per le elezioni politiche;non è questo!
E’ ogni giorno l’impegno ad essere il meglio che possiamo essere e soprattutto a capire anche gli altri, anche quelli che non la pensano come noi, ma sono cittadini italiani come noi. Dobbiamo riuscire a trovare il massimo del consenso sulle essenziali, sono poche le cose essenziali, giustizia, libertà, solidarietà, e su queste cose il popolo italiano ha sempre dimostrato di essere un popolo bravo e anche prudente, un popolo che corre quando c’è bisogno, corre e fa qualcosa di utile.
Le donne hanno una mentalità orizzontale: guardano introno a sé, praticamente, si tirano su le maniche per fare le cose. Non guardano al potere, è più un modo degli uomini questo, verticistico.
Le donne guardano lontano ma sempre al loro livello, e questo vuol dire democrazia, vuol dire pace,vuol dire concretezza nella vita.
La politica delle donne è la vera politica. ….
Abbiamo uno sguardo orizzontale che è lo sguardo della pace:Lo sguardo verticale ce l’ha il potere maschile che dirige le cose, fa tutto quello che vuole, comanda.
Noi non vogliamo comandare, vogliamo stare insieme e decidere delle nostre sorti, decidere della vita nostra e dei nostri figli e di quello che loro potranno fare meglio di noi.
Offriamo anche agli uomini queste nostre opportunità e allora vi sarà una parità costruttiva.
Questo è l’augurio che mi faccio e che faccio a tutti voi, che da questo ricordo della Resistenza,
da questa certezza del potere straordinario che hanno le donne, che si esprime anche con il voto;
che non cerca il potere, ecco, da tutto questo venga la rinascita del nostro Paese e venga la pace per il mondo intero.”
Buon 2 giugno !”
Maria Pia Lessi    2011

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