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Le modalità non contenziose del conflitto familiare

Intervento dell’ Avv. Maria Pia Lessi al convegno dell’Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia a Livorno il 15.06.2012

La giornata di studi si e’ articolata in uno scambio intenso di voci diverse per esperienze e competenze sulle modalita’ non contenziose del conflitto familiare che vanno dalla negoziazione assistita al paradigma del ” diritto collaborativo” di matrice americana.

Evidenzio 5 parole chiave che sono ritornate nei diversi interventi della Presidente di Sezione del Tribunale di Pisa Dott.ssa Maria Sammarco, del Prof. Claudio Cecchelle, del Prof. Federico Procchi, dell’Avv. Carla Marcucci, della psicologa Dott.ssa Angela Contesini, della commercialista Rag. Paola Trusendi, di tutte le colleghe che hanno animato questa lunga giornata, alla fine della quale ci sentiamo piu’ ricche.

La prima e’ CRISI, parola piu’ diffusa nella accezione di difficolta’ che in quella piu’ profonda di cambiamento..

Crisi della famiglia, che e’ l’oggetto del nostro lavoro professionale, per cui le persone che a noi si rivolgono chiedono, per usare la nota metafora, di attraversare un tratto di mare in tempesta per arrivare a un approdo diverso e non necessariamente peggiore….

In una fase di trasformazione della famiglia, ma anche della cultura e della riorganizzazione giudiziaria, restare avvocati sulla lettura e interpretazione delle norme come unico strumento di accompagnamento e sostegno per la persona in crisi familiare che a noi si rivolge e’ sempre necessario, ma talvolta non sufficiente

La persona che a noi si rivolge chiede ascolto, di essere accolta e che sia dato valore alle ragioni che sente sue ( ci ha detto la Dott.ssa Sammarco che ha evidenziato come l’udienza presidenziale e in genere tutto il processo NON sia il luogo deputato all’ascolto,ma piuttosto all’esercizio di diritto) esigenza che quindi, nella impostazione tradizionale non trova risposta nella trattazione delle questioni familiari demandate alla sola competenza giuridica, per quanto raffinata, e si trasforma in irrigidimento sulle posizioni di diritto.

E’ invece esperienza consolidata che dove le parti trovano ascolto delle loro ragioni, anche emotive, hanno poi maggiore possiblita’ di negoziare nel proprio vantaggio gli aspetti da regolamentare giuridicamente.

Ciascuna di noi ha visto procedimenti sorti e nutriti dall’accanimento di chi ha sentito tradita la sua fiducia e distrutto un progetto di vita, risolversi poi in buoni accordi quando la parte riesce a distaccarsi dalla sofferenza patita e a concentrare le sue energie sulla possibile ricostruzione.

Viene pero’ richiesto all’avvocato di fare un passo avanti di affrontare gli aspetti ulteriori alla sua formazione e, oltre all’informazione piu’ accurata e approfondita sulle questioni di diritto, riconoscere e dare al cliente l’indicazione degli aspetti diversi da affrontare, sia sul piano relazionale che fiscale avvalendosi nel caso di altri consulenti.

Si supera quindi la SODDISFAZIONE, che nella lettura tradizionale come soluzione del problema, chiusura del contenzioso, transazione con reciproche concessioni che quindi impoveriscono il soggetto.

Una soddisfazione piu’ piena si raggiunge infatti quando la persona sente ascoltate, valorizzate le sue ragioni sia per gli aspetti relazionali, che per quelli economico\finanziari, con un accordo giuridicamente valido e stabile, in tempi ravvicinati e con costi contenuti.

Ecco quindi la necessita’ di integrare le diverse competenze relazionali, economica e giuridica, per fornire al soggetto interessato oltre a un contesto di informazione completa, sul piano giuridico un inquadramento globale della questione.

Le cause di famiglia presentano infatti la contraddizione che la controparte resta legata da vincoli parentali e di responsabilita’ nei confronti dei figli che si protraggono nel tempo, per cui la tenuta degli accordi e delle relazioni e’ garanzia di benessere per la coppia e i figli..

In questo caso piu’ che chiudere una questione si APRE un percorso per la famiglia che si trasforma su nuove e diverse regole condivise.

Al legale assiste il cliente in questo percorso negoziale e’ richiesta una professionalita’ particolare, che coniuga competenze giuridiche, in termini di approfondimento di informazione e formazione, idoneita’ personale ad affrontare il percorso stragiudiziale coniugando capacita’ relazionale di empatia col cliente con i propri consulenti e con le controparti.

In questo quadro l’ INTEGRAZIONE dei soggetti apre a un servizio piu’ ampio e allargato, dove la capacita’ di gestione creativa del conflitto da parte degli altri e’ una risorsa di cui avvalersi.

In questo senso la modalita’ non contenziosa di affrontare il conflitto, puo’ essere uno strumento efficace di trovare regole adatte alla famiglia che si trasforma, tenendo conto degli aspetti di benessere economico, relazionale, di stabilita’ degli accordi che premono a tutti i soggetti interessati.

Una prospettiva che si fonda sulla FIDUCIA nella capacita’ delle parti di risolvere la crisi, proprio perche’ i piu’ competenti sulle loro questioni e interessati a che le soluzioni siano valide..

In ogni caso da queste procedure si esce tutti diversi e piu’ consapevoli, sia i clienti che i professionisti.

Un’attitudine e una competenza, quella dell’avvocato negoziatore, che si affianca a quella del legale che conduce procedure avversariali e che trova oggi spazi piu’ ampi, vista la crisi del sistema giudiziario che accentua la privatizzazione della giustizia (basti pensare alla legge sulla mediazione civile e commerciale, agli accorpamenti delle sedi dei Giudici di Pace, all’abolizione delle sezioni distaccate).

Come ha sottolineato l’Avv. Vito Vannucci, Presidente dell’Ordine degli Avvocati, l’avvocatura per essere protagonista e non subire queste modifiche ha necessita’ di acquisire competenze ulteriori e diverse, per affrontare le metodologie concorrenti di soluzione delle controversie, prima fra tutte la negoziazione assistita.

Del resto l’attivita’ del legale negoziatore si avvale di illustri precedenti, primo fra tutti Gandhi che affermava: “Mi resi conto che la vera funzione dell’avvocato è di unire parti che si sono disunite; la lezione s’impresse così indelebilmente in me che occupai gran parte del tempo per ottenere compromessi privati in centinaia di casi. Non ci persi nulla, neppure denaro, certamente non l’anima. Io sono un avvocato

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